I MEDIATORI
Per mediazione didattica s’intende tutta l’azione dell’insegnante che intenzionalmente mette in atto per favorire l’apprendimento degli alunni.
I soggetto che apprende riceve l’informazione, la rielabora in base alle sue conoscenze mediante sistemi simbolici. In altre parole l’apprendimento è una ricostruzione (teoria costruzionista-interazionista) nel quale l’allievo è al centro del processo facilitato dall’insegnante che rappresenta il “mediatore vivente e reale”. Il ruolo mediatico dell’insegnante si snoda essenzialmente su due versanti:
1. affettivo-relazionale (creando un contesto relazionale di valorizzazione, clima positivo nel gruppo classe, integrazione);
2. didattico (agendo sui contenuti per far sì che siano più accessibili all’allievo
Sul versante didattico la mediazione è il risultato dell’azione dell’insegnante verso i soggetti, sui contenuti, con i sussidi didattici, strumenti per giungere al fine educativo .In tal senso l’uso di mediatori diversi significa tener conto delle diversità dei propri allievi, degli stili cognitivi, delle intelligenze plurime (Gardner).
L’apprendimento deve avvenire tramite le rappresentazioni mediate delle discipline agganciate alla realtà per comprendere ed agire sulla realtà stessa.
I mediatori didattici sono: l’esperienza diretta (l’alunno viene coinvolto direttamente e concretamente nelle situazioni in senso fisico ed emotivo), iconici (fa leva sull’intelligenza visuo-spaziale: le immagini prendono distanza dalla realtà e permettono all’allievo di osservarla in modo approfondito cosa impossibile da vedere al primo sguardo), analogici (si rifanno alle simulazioni, ai giochi di ruolo avvicinandosi alla realtà) e simbolici (lettere, cifre, simboli che allontanano dalla realtà).
Occorre utilizzare la complementarietà dei diversi mediatori perché i soggetti hanno diversi stili di pensiero e il passaggio da un mediatore all’altro richiede al soggetto in apprendimento un ruolo attivo che favorisce un apprendimento significativo.
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I MEDIATORI
Insegnamento e apprendimento non sempre sono paralleli. Non sempre, cioè, ad un’azione di insegnamento corrisponde automaticamente un apprendimento.
Talvolta gli alunni imparano da eventi estranei alla scuola i concetti significativi. Talvolta conoscono già determinati concetti senza mai averli collegati alle esperienze scolastiche. In questi casi l’apprendimento significativo avviene quando gli alunni riescono a trasformare le proprie esperienze in consapevolezze nominabili e concettualizzabili, organizzandole con le conoscenze precedenti.
Per favorire il più possibile gli alunni ad un apprendimento adeguato di concetti nuovi o impliciti è buona cosa variare continuamente i mediatori usati nelle proposte di lavoro.
I mediatori didattici possono essere organizzati in quattro gruppi: mediatori attivi, iconici, analogici e simbolici. Considerato che nella scuola la realtà non si può portare se non dopo che è stata semplificata, modificata, ridotta, i mediatori hanno il compito di consentire questa “mediazione”, appunto, tra la realtà e la sua rappresentazione, così da consentire di essere portata in classe.
Ciascun mediatore, dunque, mantiene una certa distanza e un certo contatto sia con la realtà che con la rappresentazione della realtà. Ciascun mediatore, cioè, è più vicino alla realtà e lontano dalla rappresentazione della realtà, o viceversa più vicino alla rappresentazione e lontano dalla realtà in base al contatto che con essa mantiene. Con più è legato alla realtà con più fatica a sganciarsene. Con più è vicino alla rappresentazione con più ne favorisce la simbolizzazione e dunque la concettualizzazione.
Nell’ordine, dunque, i mediatori attivi sono molto legati alla realtà, mentre i mediatori simbolici sono molto vicini alla concettualizzazione.
Tra i mediatori attivi incontriamo l’esperienza diretta, che peraltro viene comunque selezionata dall’insegnante, ritagliata nel tempo e nello spazio della scuola, analizzata, organizzata, ecc., dunque non è vera e propria esperienza diretta. Rientrano in questa categoria le escursioni esplorative.
Tra i mediatori iconici ci sono le rappresentazioni con immagini fisse o mobili, i suoni, ecc. Grafici, mappe, schemi sono sul confine tra questi mediatori e quelli simbolici.
I mediatori analogici contengono i giochi e le simulazioni. Questi consentono di sperimentare concetti o relazioni complesse in un contesto protetto perché è finzione.
I mediatori simbolici, infine, hanno a che fare con lettere, numeri, teorie, concetti, ecc.
IL brainstorming
E' un mediatore didattico attraverso il quale un gruppo di lavoro, di fronte a stimoli successivi posti secondo determinati criteri, fornisce risposte conseguenti alla percezione di aspetti non considerati in precedenza in una situazione problematica complessa, contribuendo così all'individuazione dei veri problemi.Risulta assai utile nell'affrontare situazioni complesse quando non occorra adottare un processo strettamente logico e concatenato di analisi e quando tutti sono interessati alla problematica da affrontare nel mondo del lavoro per ricercare soluzioni "creative" e non scontate a problemi complessi.
Condizioni metodologiche
II gruppo classe, possibilmente disposto a semicerchio per favorire la comunicazione, viene sollecitato dall'insegnante, che deve esporre con chiarezza il problema e i relativi obiettivi che si vogliono raggiungere con quella attività, a comunicare le idee che lo stimolo provoca. Ad esempio: "Che cosa comporta nella nostra società l'uso dell'energia".
La procedura consta di cinque operazioni
1. Basandosi su una struttura predefinita di stimoli, l'insegnante pone al gruppo una prima domanda in forma interrogativo-positiva, del tipo "L'uso dell'energia che cosa ci consente di fare?".
Le risposte vengono tutte raccolte e graficamente organizzate in una mappa ben evidente a tutti in modo che, via via che la mappa stessa si disegna e si arricchisce, ciascuno possa individuare percorsi di collegamento tra le proprie e le altrui idee, cogliendo aspetti di continuità, di opposizione, di arricchimento ecc.
Lo specifico della tecnica del brainstorming è duplice: da un lato la notevole apertura dei punti di vista, che può consentire di cogliere aspetti non convenzionali di un problema;
dall'altro la possibilità di ricavare ulteriori stimoli dalle risposte dei compagni per giungere ad altre risposte più ricche ed estese.
2. A questo punto seguendo i criteri prestabiliti l'insegnante riferendosi alle risposte dei ragazzi pone una domanda in negativo, ad esempio "Oltre a permetterci tutte le attività che avete individuato, l'uso dell'energia quali effetti negativi comporta?" Analogamente si procede a visualizzare le risposte in una seconda mappa.
3. L'insegnante pone una terza domanda, questa volta in positivo, chiedendo ad esempio al gruppo di esporre quali provvedimenti e decisioni potrebbero ridurre o eliminare gli effetti negativi dell'uso dell'energia che sono stati individuati. Anche in questo caso anche le risposte sono visualizzate in una terza mappa.
4. Tornando al negativo, l'insegnante chiede agli studenti perché secondo loro le decisioni o i provvedimenti per ridurre gli effetti negativi dell'uso dell'energia non vengono presi oppure non sono rispettati o ancora non hanno degli effetti significativi.
Una nuova mappa raccoglie le risposte del gruppo.
5. Infine il docente pone la domanda chiave positiva che può essere ad esempio di questo tipo: "Quali azioni, quali impegni e quali comportamenti possiamo adottare noi in questa classe e in questa scuola per contribuire nella vita di tutti i giorni a ridurre gli effetti negativi dell'uso o dello spreco di energia?"
Quindi, come si vede, si è passati da una fase iniziale in cui il gruppo affronta la discussione su un problema attuale, alla fase finale in cui si prende una decisione riguardo al problema, in cui tutti si impegnano, per la loro parte, a fare delle azioni determinate.
Questo passaggio è stato guidato dall'insegnate formulando le domande in una alternanza dal positivo al negativo ed entrando sempre più nello specifico del problema, che consiste sempre nel prendere delle decisione in un quadro organizzativo ben preciso e condiviso da tutti.
La funzione dei mediatori nella didattica dell'integrazione.
Nello studio sui mediatori didattici è interessante soffermarsi ad analizzare la funzione che essi svolgono nell’ambito della didattica dell’integrazione.
L’insegnante, nel suo ruolo di educatore/formatore, è chiamato a rispondere su come, nel caso di soggetti che hanno dei bisogni educativi speciali, riuscirà a far apprendere. Egli, dunque, si trova ad affrontare il problema di come veicolare le proprie conoscenze per facilitare l’apprendimento, vale a dire su come facilitare il passaggio dalla realtà alla rappresentazione mentale della realtà stessa.
In presenza di un deficit ciò avviene grazie alla didattica mediale. Essa si avvale dei mediatori utilizzandoli nell’azione concreta, ossia nell’azione didattica, scolastica. Si parte da un prerequisito, che è l’obiettivo iniziale, per raggiungere un obiettivo che rappresenti un incremento di sviluppo. In mezzo si trova l’azione che si esplica attraverso i mediatori. Ovviamente per raggiungere tale obiettivo l’insegnante dovrà tener conto delle condizioni d’esercizio, interne ed esterne, che possono costituire dei vincoli ma anche delle risorse preziose.
Il primo, indispensabile, mediatore è dunque rappresentato dall’insegnante di sostegno il quale, attraverso il dialogo (non solo verbale ma anche analogico), deve riuscire a porsi in sintonia con le capacità del singolo allievo ma pure con il resto della classe.
Intervengono poi gli altri mediatori che sono stati sintetizzati in quattro grandi categorie:
- attivi, vale a dire l’insegnamento realizzato attraverso occasioni di esperienza diretta
- iconici, nel caso in cui si prediliga l’utilizzo del linguaggio grafico per attivare l’intelligenza visivo-spaziale del soggetto
- analogici, quando cioè si decida di ricorrere al gioco e alla simulazione
- simbolici, attraverso l’uso di lettere,cifre e simboli .
È difficile che intervenga un solo mediatore, si tratta quasi sempre di un “impasto” per la cui riuscita serve l’insegnante! Risulta infatti indispensabile utilizzare diversi mediatori per rispettare i diversi stili di pensiero richiedendo così al soggetto un ruolo attivo nel processo di apprendimento.
I MEDIATORI
“I mediatori”, un argomento che è stato ed è tuttora il leit motiv di questo corso. L’azione didattica è fondamentale soprattutto se considerata in funzione dell’ “alunno” e degli alunni in generale. Tante sono le cose che operando in sinergia dovrebbero dare spazio alla didattica: la programmazione, la coordinazione, la collaborazione, ed in tutto ciò la funzione del mediatore è sicuramente quella più importante. Importante in quanto in grado di mediare la realtà all’interno della scuola rappresentandola e facilitandone l’assimilazione. Variare l’uso dei mediatori risulta indispensabile poiché la diversità degli alunni implica anche una diversificazione nell’apprendimento. Quindi, se i mediatori attivi grazie all’esperienza diretta possono andar bene per chi considera il coinvolgimento attivo una prerogativa fondamentale, c’è invece che predilige la rappresentazione della realtà a livello simbolico per facilitarne l’apprendimento mediante il linguaggio grafico, interagendo sull’intelligenza visivo-spaziale, e questi sono i mediatori iconici. I mediatori analogici simulando la realtà, l’avvicinano motivando il soggetto più attivamente grazie alle modalità proprie di questi mediatori, ad esempio: il gioco in cui l’interazione è uno degli aspetti più positivi. Mentre i mediatori simbolici utilizzano lettere, simboli e quant’altro e , se da un lato ottimizzano la memorizzazione, dall’altro allontanano la realtà per la scarsa efficacia della lezione in quanto l’apprendimento risulta meccanico e poco significativo. Gli strumenti a nostra disposizione sono sicuramente tanti ma sta di fatto che l’insegnante in quanto tale ha il ruolo più importante ed è il mediatore per antonomasia, senza di lui tutti gli strumenti risulterebbero vani.
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